ACQUARIUS RACCONTI LIQUIDI CON PANNA

Racconti, poesie, pensieri, prosodie, ricordi e anche immagini, video, musica. Liquidi come possono essere i sogni, la memoria, lo svolgersi dei pensieri, la realtà che sfugge a definizioni e limiti. Con panna perchè è bello essere golosi. Di tutto.

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Monday, August 15, 2011



AAA OVVERO L'AVIDITA' DELLA FINANZA


La formuletta delle tre A, non AAA cercasi, non AAA delle pile più sottili,e nemmeno le tre A energetiche, della classificazione degli elettrodomestici. Le tre A del rating, le tre A delll'AVIDITA' della finanza, che muove i cursori del suo mixer, della slot machine dei giochi di denaro hanno sbancato, spazzato via il tavolo della roulette iitaliana. Leggiamo da giorni cercando di capire, come tutto questo denaro sia stato mosso in giro e messo dove serviva a nostre spese. A spese della nostre vite . Quanto vale la nostra vita? Quanto viene quotata la nostra vita in borsa? Più stiamo con le pezze al culo, senza diritti e senza più nulla, più la borsa si risana. Un bel popolo di senza terra e sanculotti da macellare anche con le guerre. E' la storia più vecchia del mondo. Il bello è che sono in tanti a dire, con aria di sufficienza, che è superata.

Saturday, August 06, 2011

PER G.M.



E' passato un anno esatto dalla scomparsa di G.M., nostro amico e compagno di vita. Continuiamo a rivivere gli ultimi momenti della sua e della nostra vita con lui. I momenti del buio totale, dopo briciole di speranza e la sua lotta vana per sopravvivere e vincere la malattia. Quei momenti ci sfilano davanti cupi e scuri come un lungo orribile sogno dal finale catastrofico. Il cibo dell'anima sono la musica e la memoria. E questa sera ad un anno esatto dalla sua scomparsa lo ricordiamo con la musica pensando a tutto quello che abbiamo vissuto con lui. Con una specie di delicato riserbo, di velata ritrosia verso ogni forma di eccesso. Com'era lui, che preferiva custodire le emozioni ma era pieno di cuore e di generosità. Allegro e fiducioso. Silenzioso e operoso. Privo di sotterfugi e doppiezze. Una natura semplice ma complessa. Quella del guerriero. che quando la battaglia è persa si rassegna con grande dignità e silenzio, solenne, quieto.

Friday, August 05, 2011

BIENNALE VENEZIA 2011 SCULTURE DI JAN FABRE. LA PIETA' DI MICHELANGELO RIVISTA DALL'ARTISTA
Jan Fabre, artista fiammingo espone cinque grandi sculture in marmo puro e marmo statuario di Carrara. La mostra è intitolata Pietas ed è presso la Nuova Scuola Grande di Santa Maria della Misericordia (Sestiere Cannaregio 3599), a Venezia. Esposizione curata da Giacinto Di Pietrantonio e da Katerina Koskina, promossa dalla GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, dal State Museum of Contemporary Art di Salonicco e dal Kunsthistorisches Museum di Vienna. Tra queste sculture la rilettura inedita della Pietà di Michelangelo, nella quale il Cristo ha il volto e le fattezze dell'artista stesso e la Madonna ha quelle di un teschio. ed è appunto intitolata Pietàs . L'esposizione è per Biennale Venezia 2011 Illuminazioni Eventi collaterali e resterà aperta fino al 16 ottobre 2011.

Tuesday, August 02, 2011

LA GATTA SUL TETTO RACCONTI E STORIE DA ALTRI MONDI:

DIARI VENEZIANI

Venezia di notte (la notte de' foghi, la festa del Redentore)



Le gambe come remi puntati sulla barca, navighiamo di notte tra i canali. Apocalypse in Venice. La note de i foghi. La notte del Redentore. Fuochi nel cielo e bagliori sull'acqua. Rombano i motoscfi ovunque. Non c'è più posto per le barche ai remi. Bisogna mostrare, ostentare. Atterra un jet contro la luna. Lampi di metallo contro il nero delle tenebre. Buio della ragione. Cecità. In tutta questa luce non si vede. Arriva lento l'umido e il salmastro del mare. Si sente il profumo dell'onda che si infrange più in là sugli scogli. Oh Suzy Q dei Credence Clearwater Revival suona sull'antiquato mangianastri portatile scuro. Musica sporca dagli altoparlanti. Vaghi sentori di fritto. Echi di liti furiose. Ingiurie di ubriachi e rumori di spinte e percussioni in spiaggia. Gli allevamenti di cozze in laguna sembrano palafitte orientali e povere catapecchie sul fiume. Sagome di mostri acquatici sono invece yacht. C'è un gondoliere che rema contro tutto questo, a bordo turisti ipnotizzati. Sedie, tavoli, panchine, ornano le fondamenta che brulicano di gente.

Palle colorate accese sulle terrazze e ancora musica jazz usa e getta. Chi ha scelto di dormire scavalca l'incubo e il sogno di chi ci èvenuto apposta. Tre spari ed è finito tutto. Dopo le granate di fuochi a cuore, i mortai di fuochi a cascata, come una notte di guerra ripresa per abbonati tivvù, tutti a casa.

Mangia l'anguria che ti fa bene e ti sciacqua la bocca seccata dal fumo.

Buonanotte.
VENEZIA BIENNALE ARTE 2011 "ILLUMINAZIONI" - PADIGLIONI GIARDINI E ARSENALE ED EVENTI COLLATERALI IN VARI PUNTI DELLA CITTA'

L'Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia di è aperta il 04 giugno 2011 e chiuderà il 27 novembre. E' diretta dalla storica dell’arte e critica Bice Curiger, curatrice alla Kunsthaus di Zurigo e un importante lavoro nel campo editoriale. La Curiger ha inoltre co-fondato nel 1984 la prestigiosa rivista d’arte “Parkett”, di cui è capo redattrice. Dal 2004 è direttrice editoriale della rivista “Tate etc” della Tate Gallery di Londra.
" L’Esposizione, distribuita su 10mila metri quadri tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale, forma un unico percorso espositivo con 83 artisti da tutto il mondo. 32 sono i giovani nati dopo il 1975 e 32 le presenze femminili. Quattro partecipanti sono stati invitati a creare dei parapadiglioni, strutture scultoree realizzate ai Giardini e all’Arsenale per ospitare il lavoro di altri artisti. Oltre a favorire nuove forme di collaborazione, i parapadiglioni puntano a rendere più dinamico il percorso espositivo. "
Vedi link Biennale
http://www.labiennale.org/it/arte/esposizione/54eia/
Orari :dalle 10.00 alle 18.00 fino al 27 novembre 2011
chiuso il lunedì (escluso lunedì 15 agosto, 31 ottobre e 21 novembre)



Pia Ferrante 01 agosto 1920 - 06 febbraio 1987

Gli appassionanti viaggi in paesi e continenti lontani e dalle difficili condizioni di vita; i sogni, i libri, gli amori e gli affetti di una donna speciale e avventurosa, leale testimone dei suoi tempi storici e del suo tempo personale. Una donna che va incontro alle lunghe ombre della sera con tante domande nel cuore e con l'inesauribile forza della memoria e della penna, una scrittrice che sa fare di ogni pagina di diario una finestra ampia quanto il mondo.

Sunday, July 17, 2011



Llyn Foulkes
Where did I go wrong, 1991
mixed media
180 x 137
Collection of Ivan Moskowitz, Chicago, IL, USA.
Biennale Venezia 2011

La C.A.S.T.A. italiana dei festini, dei vergognosi iperbolici privilegi è come un maremoto maleodorante. Le nostre ferite sono le loro speculazioni finanziarie, i tagli alla nostra vita e alla nostra morte. Nelle vene dell'opposizione scorre
la droga dell'assuefazione a questo sistema politico.
Abbiamo bisogno di non assuefarci, abbiamo bisogno di salvarci.

Monday, June 13, 2011



Oggi è un gran giorno. Le tastiere e le postazioni di internet hanno freneticamente vissuto e lavorato in questi mesi trasmettendo contenuti e informazioni. Ci siamo connessi, mettendo in comunune opinioni e idee. I movimenti, la gente si è alternata in piazza, sul sul web e i social network. Siè attivata nelle mobilitazioni, nei passaparole, nei flash mob, i volantinaggi, il lavoro di informazione capillare ovunque: nelle città, davanti ai supermercati, le chiese, in ogni luogo. Ci abbiamo fortemente creduto. Tutti, anche se a volte timorosi di non farcela.Ognuno ha dato anche il più piccolo ma importante contributo. E' incredibile quanta creatività, idee, empatia, operosità ci sia stata e quanto siamo cresciuti in questa esperienza e come questo viaggio ci abbia anche cambiato e ci abbia regalato momenti di forte entusiasmo. Fantastici rapporti tra persone. In tanti ci siamo sentiti coinvolti direttamente. Dalla più piccola, remota e perferica postazione di internet alle piazze. Questa è far politica, esser coinvolti, il vecchio e significativo motto "il privato è politico. L'esserci in prima persona pronti a lottare e a mobilitarci e a pensare che dipende anche da noi.la speranza è che da qui si aprano nuove prospettive. Facciamolo succedere. :-)) Restiamo umani e in contatto.

Monday, May 30, 2011

Guardando fuori dalla finestra, all'altezza dell'incrocio più sotto e avanti verso la vecchia stazione, così come a destra e sinistra sui viali grandi alberati, aveva sempre potuto osservare la vita anche senza muoversi di casa. Un buon punto di osservazione in tutte le stagioni. La casa aveva una intera parete di finestre, ampie. Un faro sulla piazza. Dalla strada si potevano vedere quelle finestre sempre accese la notte, fendere la nebbia d'inverno, rimbalzare la luce del sole d'estate, spalancate in cerca di refrigerio, aperte ai rumori e agli odori. Ad ogni ora corrispondeva un rumore. Il primo tram che sferragliava e cigolava imboccando la curva dalla strada di fronte, o frenava mentre dritto giungeva all'incrocio con il suo occhio ciclopico sfavillante di riverberi gialli. Le macchine che rullavano sempre pià forte sul pavè della strada e rimbalzavano sul lieve dosso formato dall'incrocio dei binari.IL venditore di panini alla cipolla e wurstel che tutte i giorni cominciava a lavorare a tarda notte diffondendo le fragranze fino alle sue finestre.Gli ubriachi solitari. Voci roche e forti, strozzate, urla doloranti o felici che fendevano d'improvviso quei pochi minuti di calma tra la notte e l'alba, prima che le macchine ricominciassero a saturare con i loro gas e i motori il silenzio.
I cortei di bicilette in una nuvola di piccoli e artegetei tintinnii di campanelli, contro l'inquinamento della città. Chi sul prato vicino all'incrocio suonava la chitarra e rideva. E i cortei con le bandiere rosse e della pace. Gli studenti con le loro felpe e i cappucci. I grossi camion dei centri sociali con la musica techno sparata ad alto volume, che faceva vibrare i vetri. Il corteo delle befane sulle moto, il primo dell'anno. Centauri scintillanti su magnifici mostri a due ruote. tanti rombanti e forti come cavalli al trotto. I cinesi del ristorante più sotto, in festa per l'ultimo dell'anno a sparare razzi e fuochi colorati. I bambini nel parchetto più avanti, sugli scivoli, pericloosamente vicino a strani personaggi dai traffici illegali. Il grande mercato del sabato, pieno di gente e di venditori ambulanti. I cavalli e i passi della gente nei giorni di blocco delle auto. Un silenzio irreale che dava una sensazione di festa improvvisa di paese. Le campane che riusicvano ad emergere chiare e diffondersi, trasportandolo con la mente altrove.
Non gli mancava la vita anche se restava a casa, magari a scrivere o a pensare. . Anche ad occhi chiusi avrebbe sempre ritrovato la strada attravero quei rumori e quegli odori. Sempre. In tanti venivano a trovarlo. Si trovavano bene in quella casa dalle tante finestre. Aperta a tutti. Per suonare, discutere, mangiare insieme. Qualche chitarra, qualche bicchiere di vino. Tanta musica e gli echi continui del "fuori", dell'esterno, a fare da coreografia. I tifose del calcio che strombazzavano, poco graditi, saturando l'aria di assordante fracasso, come pura felicità. Le botte, le risse, gli incidenti più sotto, l'incendo di un bar i pompieri che scalavano la casa di fronte. Le vendette della mala negli anni 70. I rumori dei colpi di pistola. I contrabbandieri, dietro l'angolo. L'odore del pane sfornato. I camion della nettezza urbana per la raccolta dei vetri. I gabbiani, del vicino naviglio: li poteva vedere sfrecciare e veleggiare per poi tornare alla Darsena. Il sole che sorge, la luna dietro le case di fronte, i temporali come mostruosi monsoni che spazzavano l'incrocio, tuonando. Poi aveva dovuto lasciare il faro, la casa dalle tante finstre. Le cose banalmente finiscono. E un giorno Nicolas,questo è il suo nome, si è dovuto traferire altrove. Dalla sua finestra vede una casa soltanto, a piano terra e una strada silenziosa. Esce. Ma non c'è più nulla da guardare, da vivere. Non viene quasi nessuno nella nuova casa. Lontana. Un po' buia e silenziosa, periferica. La sua nuova casa somiglia a questo cambiamento. Silenziosa e buia.Non aveva previsto che accadesse. Gli pareva che la sua vita, come la casa sarebbe stata eterna. Un'insieme di suoni e persone e magia tutto insieme. Ma non è andata così. Ascolta e pensa. E tutte le volte a occhi chiusi risente tutti quei rumori meravigliosi, quei suoni che dipingono immagini precise e nitide nel buio dei suoi occhi chiusi. E risente gli odori. Si ricorda di tutti quegli odori e suoni. Li potrebbe riprodurre. la sua mente lo fa, nel silenzio della nuova casa nella nuova strade. Ma non si consola. Guarda verso la parete.: una finestra immaginaria e scrive di quello che ha perduto. degli amici, le serate l'energia e la forza delle emozioni. Non è che è diventato vecchio o che gli altri lo sono diventati. E' che le cose cambiano anche quando non dipende da te e con la vita che scorre in avanti alcune volte perdi per strada parecchie cose e alla fine nonostante tutte le spiegazioni razionali una sola ragione che le valga tutte non c'è. Si cambia anche in peggio talvolta ma di sicuro anche questo non è per sempre. Quindi da qualche parte ci sarà un nuovo faro che attende Nicolas, anche se non si sa quando succederà.Intanto ascolta e pensa. Scrive. Annota su di un diario questa sensazione di vuoto e di solitudine. Dalla finestra che si affaccia sul cortiletto vede un albero e dei fiori e sente l'odore dell'erba, si immagina il mare, i giardini. Il vento gli porta strani odori di montagna e aria pulita. La luce, poca che entra dalle finestre lancia piccoli dardi di sole qua è là fendendo la penombra, come sommessi segnali di pace. Il buio dalla strada immota lo assale come una grande onda, insieme all'assenza di rumori. Ma quando alla fine il sonno lo porta a cercare la quiete del suo letto e spegne la luce, attraverso le serrande semi abbassate entrano losanghe di luce che sembrano finestre, enormi finestre di luce sulla parete di lato al letto e tra il sonno e la veglia, sogna di essere nella casa dalle tante finestre. Si ricorda il giorno del commiato,la casa, ormai vuota. Si rircorda che che pochi istanti prima di chiudere la porta per sempre, e raggiungere la macchina che lo avrebbe portato nella nuova casa, è entrato in ogni stanza e ossequioso come un'amante che deve rendere onore al proprio amore perduto, si è inchinato e ha lanciato baci ad ogni finestra e parete ricordando tutto. Ha detto addio, addio addio con le braccia che si muovevano come in una danza. Poi ha chiuso la porta.

Tuesday, May 17, 2011

Saturday, May 14, 2011







Sesto per Mille - Fatta l'Italia rifacciamo gli italiani























Il testo dell'inno

pubblicato da La Banda sul tetto il giorno venerdì 13 maggio 2011 alle ore 18.56

Inno de Mameli

Fratelli d'Italia,

di Persia e Somalia

Bolivia, Australia,

Kirghisia, Indonesia.

Dov'è l'Anatolia?

La grande muraglia?

Che fino alla Puglia

condusse il wan ton.

to to ton to to ton

to to ton ton ton ton ton

Già vedo il polacco

abbracciare il Marocco.

Laggiù il peruviano

mangiare un kebab.

L'ucraino e il danese

baciar l'albanese.

E qui l'esquimese

lodare il Gabon.

A vincer la noia

ci pensano i Maya.

La danza propizia

la fa il Senegal.

L'Egitto fa festa

Tirana s'è desta

Evviva la radio

che è made in Japan

Fratelli d'Italia,

d'Armenia e Dankalia

Colombia, Lituania,

Angola, Birmania.

Dov'è la Lettonia?

Sta sotto all'Estonia

Ma la Gran Bretagna

confina solo col mar

ma ma mar ma ma mar

ma ma mar mar mar mar mar

Facciam di "Volare"

un reggae in levare.

Ed il panettone

farciam di cous cous.

Mettiamoci in fila

da Sesto a Manila.

Dall'Alpi alla Sila

sarà l'unità.

Prendiamo la mano

all'indo e al siriano

Al serbo e all'ispano

chiediam "come va?"

Stringiamoci in coro

Il bianco col moro

Evviva la radio

che è made in Taiwan



Extrafesta di Radio Popolare 2011



Dopo 4 anni d’assenza, con la totale complicità dell’Arci milanese e del Comune di Sesto San Giovanni, torna Extrafesta. Protagonista dell’edizione 2011 la grande musica “pop raï” di Hadj Brahim Khaled. L’appuntamento è per sabato 14 maggio, davanti al palco del Carroponte di Sesto San Giovanni / Milano Bicocca, ospiti di uno scenario post-industriale da “banlieue” parigina.


Come nella tradizione di Extrafesta non sarà solo un concerto, ma l’occasione di ristabilire un dialogo, festoso e condiviso, tra italiani e migranti. Tutto nel nome di una legittima accoglienza.


E’ in questa logica che il concerto di Khaled avrà un prologo pomeridiano. Un vero e proprio evento “ribaltato”.


In diversi punti cittadini, tra Milano e Sesto S.G., decine di facinorosi neo-italiani, dai molteplici colori di pelle ma in rigorosa camicia rossa, si muoveranno per convergere verso il Rondò di Sesto, per proseguire (tra due ali di folla plaudente) verso l’area del concerto. Con loro marceranno la Banda d’Affori ed un simil Giuseppe Garibaldi su un cavallo bianco. E’ così che abbiamo deciso di celebrare, nel modo più iconoclasta e spiazzante, il nostro 150° anniversario dell’Unità d’Italia. E’ aperta la campagna d’arruolamento dei nuovi garibaldini, basta inviare una mail a imille@radiopopolare.it. Non bisogna superare visite mediche, basta essere ‘migranti’ o stranieri di seconda o terza generazione. Ovviamente nessuna discriminazione di sesso, età e fede religiosa.



L’appuntamento con le musiche di Extrafesta è per le 21. Aprirà le danze la Mamud Band, con il suo torrido afro-beat. A seguire Khaled .


Pagina facebook: sesto per mille


Saturday, May 07, 2011

VALORE D'ARTISTA VALERIA D'ARBELA

pubblicata da Serena D'Arbela il giorno giovedì 5 maggio 2011 alle ore 12.19

E' stato proprio a VENEZIA ( MAmarso e aprile del 2008)di fronte ai quadri della Retrospettiva di VALERIA "Alchimie veneziane" alla galleria internazionale d'Arte Moderna doi ca' Pesaro che ho avuto una conferma brillante e profonda di ciò che ho sempre saputo, della sua importanza d'artista.La sua personalità sensibile e incisiva,solitaria e fantasiosa,appartata,ma nello stesso tempo reattiva ai fermenti contemporanei si rivelava tutta intera in quella scorrevole interpretazione alchemica delll'immagine lagunare.Ero commossa perchè quello era lo spazio giusto per le sue opere, ero rattristata che lei non ci fosse più.Le sarebbe piaciuto quel luogo sul CanalGrande dove tanti anni fa in un altro palazzo vivemmo la nostra infanzia. Osservavo i pescatori,le fabbriche,il delta padano,e poi la visione di altre venezie drammatiche o galleggianti nel sogno. Guardavo l'inseguimento delle linee labirintiche e della densità del colore e trasparenza alternate della realtà imprendibile veneziana che lei aveva saputo afferrare, cogliendo tutto,passato e presente. Sapevo bene anche che questo veneziano non era che uno dei suoi tanti cicli ispirativi.Tanti disegni,tanti quadri che aspettano mostre e sguardi intelligenti di critici votati all'arte.Stiamo ultimando l'archivio fotografico di innumerevoli disegni. Spero che qualcuno mi aiuti!

CIAO VALERIA NELL'ANNIVERSARIO DELLA TUA SCOMPARSA (5 maggio 2002)

Il Piave - COM'E' ALCHEMICA VENEZIA NEL CANTO DI VALERIA D'ARBELA

di NORMAN ZOIA
























Tornata nei rossi pascoli del cielo agli albori del nascente millennio, Valeria d'Arbela (1930-2002) ci ha lasciatoun'eredità di reticolanti segni e serenissimi colori.
I suoi lavori e si suoi pensieri hanno avuto il debito spazio nel contesto si una retrospettiva alla Galleria Internazionale d'Arte Moderna "Ca' Pesaro" con il patrocinio dei Musei Civici Veneziani. Mezzetinte dal tenore talvolta placido (come il nome dell'amata sorella ispirato all'appellativo della città lagunare) o portatrici d'impeto marinaio (per una delle sue umane creature infatti, lei stessa pittrice e poeta - al maschile assoluto - dal mare ha preso il corrispondente battesimale e oggi Marina riconsegna in qualche misura quelle oscure sensazioni attraverso brandelli di alberi naufragati tra una briccola e un vecchio barcone o sul grigio acciottolato di una notturna calle, silenziosa come un sospiro interiore). Forme di un canto, dentro alle stanze di una personale impostazione del processo creativo, una corrente solo sua, che oltre agli scorci di un vissuto in perfetto stile dogaressa, ancorché popolare, contiene richiami agli altri suoi luoghi del quotidiano mestiere di sopravvivere (nel senso più alto, cioè di vivere sopra il delirio della moderna ottenebrante civiltà), citando Pavese, la sua luna & i suoi falò, ma anche il naviglio pavese, fino al biondo e malmenato Tevere. Tra un cavallo, uno specchio, un pontile, l'armatura di un inquieto cavaturaccioli o la preghiera profana di un giostraio... c'è dentro tutto: Dante, Sergio, Primo, il professor Ferrante, l'altra sua figlia Simonetta (pure lei in odore di poesia). E poi Pia e Ben e Antonello e Gianfranco e Sal e Angela e Lillo & signora. E la casa nel bosco sul Ticino, il circolo della donna, le gallerie, la dimora-veliero di Corso Genova dove le opere germogliavano con sofferenza e gioia sul tavolo della cucina, ai bordi di una spaghettata sempre pronta per tutti e tanta musica autoprodotta. E ci ritrovi i bar di Brera e moltitudini di suonatori e artisti di strada. E le puttane di una volta e il Capolinea del jazz e dei tram e le nostre paure, per almeno un po' dirottate in rimessa, fino alla prossima aurora. Oh, cari e teneri cartoncini bristol! Oh, dolci chine e dure arrampicate! Eppure ci saranno ancora storie da scrivere, da disegnare, da ballare, da piangere. Storie appena sfiorate da un brivido di sole. Storie che sono da sempre nel cuore. E nell'aria. Alla prossima allora. Ciao, Valeria!
Pubblicato da Piave in data Mercoledì, 04 Febbraio 2009

Thursday, April 07, 2011

ACQUARIUS STORYTELLER TOUR DICIANNOVESIMA FERMATA: NO AL NUCLEARE! MEGLIO ATTIVI CHE RADIOATTIVI!
IL 12 GIUGNO CON UN SI RISPONDIAMO NO AL NUCLEARE. IL NOSTRO FUTURO E' L'ENERGIA SOSTENIBILE. PENSIAMOCI. PENSIAMO A QUELLO CHE E' STATO E ANCORA E' CERNOBYL, A QUELLO CHE E' E SARA' FUKUSHIMA.

Sunday, March 13, 2011

MILANO 12 MARZO 2011 IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE
LIBERA STAMPA IN LIBERO STATO
L'ITALIA E' UNA E INDIVISIBILE
E' UNA REPUBBLICA ANTIFASCISTA
DIRITTI PER TUTTI PRIVILEGI PER NESSUNO
(VIDEO DI FRASTORNANTE
http://www.youtube.com/user/frastornante)

Thursday, February 17, 2011

ACQUARIUS STORYTELLER TOUR DICIOTTESIMA FERMATA: IL CORPO DELLE DONNE E I CORPI DEGLI ALTRI, DIGNITA' E CONTRADDIZIONI DIALETTICHE, LA MANIFESTAZIONE SE NON ORA QUANDO 13 FEBBRAIO 2011
ACQUARIUS STORYTELLER TOUR DICIASSETTESIMA FERMATA: IL LINGUAGGIO DEI SENSI:


EROS (poesia di SERENA D'ARBELA)

Volo trascinante
versamento dell'anima
frutto di orafo o di alchimia?
E' semplice programma
vitale?
E' chimica, poesia
biologia o sentimento
minuto o eternità ?
Due corpi uniti
sguardi attaccanti
teneri vincitori
flusso magico
di atomi
sensazioni pensieri
Fin quando?
La misura
è a sé stante
Inutile il perchè
della gioia reciproca
dell'amore
Splendido
è viverlo.
(SERENA D'ARBELA)

Monday, January 03, 2011

ACQUARIUS STORYTELLER TOUR QUINDICESIMA FERMATA: TERRA DI NESSUNO,E' IL SECONDO GIORNO DELL'ANNO 2011, I TALKING HEADS DI SAX AND VIOLINS NEL FILM 'TILL THE END OF THE WORLD DI WIM WENDERS
E UNA LETTERA DI RODOLFINA WONG...




Cari Amici, cliccate sul video e fate partire la musica mentre leggete. Scrivo una lettera collettiva. Sarà come se parlassimo su skype in videoconferenza. E' il secondo giorno dell'anno 2011. Ho la sensazione di vivere dentro la palla con la neve di Natale, che mi hanno regalato. Da questa terra di nessuno, ovattata e protetta, alquanto liquida, attraverso la neve artificiale che cade ogni volta che qualcuno si ricorda di agitarla e che io immagino agitino per me, vedo me stessa fuori che cammino da sola, spedita e assorta. Combatto il dolore e il torpore. L'agitazione del cuore.
Nonostante le luci, là fuori è tutto piuttosto triste, anche perchè, presto, queste feste verranno archiviate e la maggior parte delle persone, faranno di nuovo i conti con i propri destini in tempo di crisi mondiale. Sono tornata in questa città per annusare i vecchi odori di quando ci abitavo. Odori stantii, di bruciato, di gas e di umidità. Ho preso l'autobus e mi sono seduta sul vecchio 325 che porta fuori, lungo il vecchio Naviglio. Le sagome di vecchie fabbriche dismesse, il parco stecchito contrassegnato dalle lettere Ginori, il ristorante cinese al primo piano con i palloncini rossi. Sono tornata indietro verso l'area del vecchio Istituto sieroterapico, dove hanno costruito case nuove schierate una davanti all'altra come soldatini in riga. Via Tabacchi, la gloriosa area Baravalle con le case patrizie, la stazione Genova. Ho rivisto la vecchia casa dove abitavo. Il faro magnifico di piazza Cantore, dove abbiamo cantato e mangiato e ballato talmente in tanti, che pensavamo crollasse il pavimento. In quella casa siamo stati tanto felici anche quando non avevano voglia di pensarci. Non ho molto tempo. Sono solo di passaggio, vi avrei voluto salutare tutti ma non è possibile. Vi penso sempre nelle vostre case accoglienti e calde. Maturi signori e signore, sempre alla ricerca della verità. Mai rassegnati all'inciviltà. Pronti a marciare per la verità e gli ideali. Un po' stanchi ma gagliardi. Vi lascio questo messaggio in bottiglia telematica per dirvi che non vi ho dimenticato mai. Da lontano, ho spiato le luci della nostra città, guardando verso uno skyline immaginario. Ho lanciato, quasi tutti i giorni, fantasiosi sguardi affettuosi dentro le vostre finestre, vi ho osservato con tanta nostalgia e amore. Ho camminato pensando alle nostre strade, alle case e ai quartieri dove abbiamo vissuto le nostre vite insieme.Si è vero non ho telefonato a nessuno. Ho camminato da sola in questa città, come camuffata da perfetta estranea. Non ce l'ho fatta a telefonarvi. Vi ho sfiorato soltanto come una folata del vento umido di questi giorni. Vi ho sentito tutti qui con le vostre vite dalle quali sono ormai esclusa. Ma la mia orbita è passata vicinissima a tutti voi. Sono già alla stazione. L'autobus che mi porterà in aeroporto ha già messo in moto. Torno indietro alla mia nuova e ormai vecchia vita lontano da qui. Non arrabbiatevi troppo per questo con me. Pensatemi ogni tanto quando si riparla del passato. Cari cari amici, cara vecchia città. Sempre uguale. Infernale e commovente. Brutta ma scintillante come una cattedrale illuminata. Sporca ma viva. Vi saluto. La neve nella palla di Natale si è esaurita. Esco da questa strana sensazione e guardo gli svincoli verso l'autostrada, piazza Kennedy, il palaMazda. Tornerei. Si tornerei indietro qui e direi ecco sono qui sono tornata. Ma non è così che funziona. Per sfuggire dai miei personali fantasmi me ne sono andata sbattendo la porta e lasciandovi soli a rimuginare. Mi sono comportata male. Chissà se mi avete perdonato. Se avete, alla fine, compreso che non siamo tutti forti e ragionevoli. Io sono scappata perchè la fuga mi sembrava l'unica soluzione. Non si può tornare indietro. Ho la mia nuova e vecchia vita altrove. Salutate per me ancora una volta il vecchio parco Ginori, con le lettere brunite. Buon anno, buon 2011 amici ... till the end of the world.... fino alla fine del mondo. vostra Rodolfina Wong

Wednesday, December 08, 2010

Il Piave - RACCONTI MARIANI E LIVENTINI

Il Piave - RACCONTI MARIANI E LIVENTINI

Eventi culturali RACCONTI MARIANI E LIVENTINI



Ventitre piccoli miracoli nel nome della Madre. Sono i racconti dell'antologia curata da Giacinqo Bevilacqua, un omaggio alla Madonna per il quinto centenario della sua Apparizione in quel di Motta.


Con la prefazione di Emilio Del Bel Belluz, autore di una delle storie del libro e dal cui suggerimento è nato il progetto, il volume si snoda attraverso pensieri e ricordi tra i più vari e liberi. In rappresentanza del nord del Paese (Lombardia, Triveneto e Friuli in linea di massima) tra scrittori, giornalisti e artisti hanno aderito in ventiquattro (c'è infatti un capitolo firmato in coppia da Norman Zoia e Marina Ferrante i quali, attraverso uno stretto carteggio, hanno consegnato una specie di genesi della loro stessa narrazione). La presentazione in anteprima è per venerdì 10 presso la biblioteca comunale, alle 20.45 con ingresso libero. Oltre ai nomi sopra citati sono presenti Luigina Battistutta, Michela Bigaran, Giuseppe Boccato, Titti Burigana, Marta Camerotto, Giorgio Costeniero, Francesca Del Rizzo, Gerda De Nardi, Otello Drusian, Carlo Favot, Paolo Lazzarotto, Enri Lisetto, Giuseppe Manzato, Mariano Marson, Giuseppina Piovesana, Maria Bruna Piva, Eddy Prosdocimo, Alberto Rosa, Paolo sanchetti, Ferruccio Sutto e Lia Zulianello. Edita dall'Associzione Altoliventina XX Secolo, impaginata da Francesca Ceccato e stampata dalla Tipografia Sartor di Pordenone, la pubblicazione ha in copertina un bellissimo olio su tela di Olimpia Biasi raffigurante Maria col Bambino e due Angeli e si apre con un saluto a otto mani del sindaco Paolo Speranzon, dell'assessore alla cultura Sabrina Matteazzi, di monsignor Rino Bruseghin e del rettore del Santuario padre Alfonso Cracco. Patrocinio della Città di Motta di Livenza, Provincia di Treviso, Regione Veneto, Ministero Beni Culturali, Comitato per le Celebrazioni Giubilari, Pro Loco e Ospedale Riabilitativo ad Alta Specializzazione. Con l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica. Con un particolare ringraziamento inoltre a Ermanno Contelli, Claudia Stefani, Monica Emmanuelli e Manuela De Nadai.
Pubblicato da piave in data Mercoledì, 08 Dicembre 2010

Thursday, December 02, 2010

ACQUARIUS STORYTELLER TOUR QUATTORDICESIMA FERMATA: TERRA DI NESSUNO,DESTINI INCROCIATI NEL MONDO:
LA MUSICA DI NITIN SAWNEY

Wednesday, November 24, 2010

ACQUARIUS STORYTELLER TOUR TREDICESIMA FERMATA: "MIA SORELLA CHE GUARDI IL MONDO"
LEGGIAMO AL FEMMINILE LA POESIA DI IVANO FOSSATI E GUARDIAMO IL MONDO ATTRAVERSO GLI OCCHI DELLE DONNE CHE SONO IL MOTORE DEL MONDO....


Mia sorella che guardi il mondo
e il mondo non somiglia a te
mio sorella che guardi il cielo...
e il cielo non ti guarda.

Se c'è una strada sotto il mare
prima o poi ci troverà
se non c'è strada dentro al cuore degli altri
prima o poi si traccerà.

Sono nata e ho lavorato in ogni paese
e ho difeso con fatica la mia dignità
Sono nata e sono morta in ogni paese
e ho camminato in ogni strada del mondo che vedi.

Mio sorella che guardi il mondo
e il mondo non somiglia a te
mio sorella che guardi il cielo
e il cielo non ti guarda.

Se c'è una strada sotto il mare
prima o poi ci troverà
se non c'è strada dentro al cuore degli altri
prima o poi si traccerà.
(liberamente tratto da Mio fratello che guardi il mondo di Ivano Fossati)

Monday, November 15, 2010

ACQUARIUS STORYTELLER TOUR DODICESIMA FERMATA: TERRA DI NESSUNO. IL SANTUARIO DEI CADUTI DEL LIDO DI VENEZIA CADUTO VIRTUALMENTE IN ACQUA E LE STRADE CHE NON PORTANO DA NESSUNA PARTE DI S GIULIA MILANO. ..SGUARDO FERITO TRA LE ONDE ...
ACQUARIUS STORYTELLER TOUR UNDICESIMA FERMATA: TERRA DI NESSUNO. THE FLOW, LA MAREA... L'ONDA LUNGA.
FLUSSO DI COSCIENZA. NESSUNO FERMERA' L'ACQUA CHE CORRE ....



Wednesday, October 27, 2010

ACQUARIUS STORYTELLER TOUR DECIMA FERMATA. PAESAGGI E FORME: IL LINGUAGGIO
DELLA NATURA E L'OCCHIO DEL POETA.
FOTOGRAFIE E NOTE di "DOLENTE"



CARUSO PARAPETTO



















GOCCE E RUGGINE



















Il linguaggio della natura è un tramonto che ti aspetta al di là di una curva su di una strada di montagna. La penna del fotografo, l'ala di un subacqueo, la pinna di una pernice, il pennello di un cantante, la macchina fotografica di un poeta, l'applauso nel camposanto, il silenzio nello stadio, il gorgheggio del muto, la corsa a ostacoli del non udente, l'opera omnia dell'agricoltore, la poesia del chirurgo, lo sciopero del crumiro. Nelle gocce e nella ruggine si trovano le medesime cose, la trasparenza e il dolore, l'urlo e la ricercatezza dell'estetica, l'assenteismo e l'ossessione, la petulante cronaca sul niente, l'esplosione e la fuga in massa, il colore e la luce, il sapore e lo scottarsi la lingua, la corrente che se ne va all'improvviso, e lo schioccare di un fulmine, una mano nella tua mano, che aspettavi da tempo. L'inaffidabilità della vita. ("Dolente")

Saturday, October 16, 2010

Saturday, October 09, 2010








ACQUARIUS STORYTELLER TOUR
OTTAVA FERMATA:
DANZA NELLA PIOGGIA: ovvero
LA PIOGGIA.. IN PIAZZALE LORETO
(NON GIA' SUL PINETO..) libera rivisitazione
da la PIOGGIA SUL PINETO di GABRIELE D’ANNUNZIO

Taci. Su le soglie
di Milano non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più antiche
che DESIDERANO gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
sulle nostre ossa stanche,
sugli occhi asciutti che
non piangono
e somigliano a pietre.
Piove
sui marciapiedi
di volgare cemento
sui ponti di ferro
reumatici scheletri
di antiquariato industriale
piove
sulle giacche semiestive
sui corpi
sull'inverno in agguato
sugli alberi inguaiati
sull'ossido di carbonio
sulle macchine
che ingombrano
sulle strade strette
costellate
da inutili pensiline
alle quali nessun tram
si accosterà
fermi nel diluvio e nel caos
piove su le nostre mani
ignude,
che portano giornali
e borse della spesa zuppe
sui sogni infranti
sugli IPOD
che isolano dal male
e così sia
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
Milano
con un crepitio che dura
e varia nell'aria secondo le macchine
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
nel nulla rarefatto
d'un incubo urbano.......
ACQUARIUS STORYTELLER TOUR - SETTIMA FERMATA RICORDIAMO JOHN LENNON....



Friday, October 01, 2010

ACQUARIUS STORYTELLER TOUR - SESTA FERMATA RADIOPOPOLARE:

ABBONIAMOCI A RADIO POPOLARE
UNA RADIO LIBERA SENZA PADRONI!

(dal blog di Radio Popolare http://blog.radiopopolare.it/abbonaggio/)

Anche quest’anno un po’ dei conduttori di Radio Popolare si sono cimentati in una ridanciana e ironica canzone sul tema dell’abbonaggio. Selezionati come? Nell’unico modo che conosciamo in Via Ollearo. A caso. Quelli che c’erano in radio venerdì pomeriggio. Nel video vedrete, se proprio lo vorrete: Gianpiero Jam Kesten (che è stato anche produttore del video), Disma Pestalozza, Davide Facchini, Alessandro Diegoli, Gianmarco Bachi (gli ultimi tre responsabili del testo), Nello Avellani, Marco Sambinello (il giovane fonico), Niccolò Vecchia (anche produttore della canzone). Non inquadrati, ma altrettanto presenti nella canzone: Silvia Giacomini, Ira Rubini, Ezio De Gradi, Alessandro Principe.
Condividetelo, mostratelo a chi vi è caro. Ma soprattutto…non dite no. Abbonatevi a Radio Popolare.

Thursday, September 30, 2010

ACQUARIUS STORYTELLER TOUR - QUINTA FERMATA:
SANTA GIULIA ..."IN A DREAM" .. affacciata sul mare degli ALBERONI A LIDO DI VENEZIA .... oggetti abbandonati come installazioni, sulla riva di amianto..



Saturday, September 25, 2010

ACQUARIUS STORYTELLER TOUR - QUARTA FERMATA BREDA E CINISELLO BALSAMO : FIORI SULLA TOMBA DI FAMIGLIA

Alla fermata del bus 728 incontro Giovanni Pietro. E' abbronzato. Quel colore bruno-biscotto, sano. La pelle scura di chi sta al mare tutto l'anno. Sta aspettando insieme a me, in mezzo al fermento di un continuo flusso di persone, alla ricerca del proprio mezzo di trasporto. Tutti gli autobus sono stati deviati su percorsi alternativi. Il fiume Seveso è straripato e la metropolitana è allagata. La stazione Centrale, continua a rilasciare dalla sua grande bocca, a ondate, gruppi di individui frettolosi e frenetici, dagli sguardi saettanti e nervosi. Anche Giovanni Pietro ed io siamo in ansia, per il ritardo del nostro autobus. Parlo per prima e gli chiedo speranzosa se sta aspettando il 728. Annuisce. Poi squilla il suo cellulare e risponde. Ha la erre moscia e attacca improvvisamente a parlare con il suo interlocutore, in un improbabile dialetto milanese. E' strano sentirlo parlare con questa erre francese, che irrompe nelle gutturali del vernacolo. E' come far posto su di una tavola apparecchiata con vino, gorgonzola, polenta e racconti operai ad una concitata versione teatrale dialettale, di chi non è più abituato a questa lingua. Ha le mani adornate di coloratissimi e grandissimi anelli indiani, ciabatte marocchine ai piedi e un sobrio giubbetto di camoscio marrone dal colletto di maglia. Uno strano insieme di stili diversi, non casuale. Ma è elegante a modo suo. Un artista penso. Un pittore.
Ti aspetteresti da lui, quella cadenza ligure, che pare una canzone e una filastrocca. Ma Giovanni Pietro è di Cinisello Balsamo e si presenta. Mi spiega che starà a Milano per poche ore, il minimo necessario, prima si scappare via. Giusto il tempo di visitare la tomba di famiglia e incontrarsi con un parente con il quale ha appuntamento. La persona con la quale ha appena parlato al telefono. E' pensionato e comincia a raccontarmi di aver perso i genitori e di essere rimasto solo. I genitori sepolti ad Andora. I nonni nella vecchia Cinisello, nel mausoleo di famiglia che i parenti rimasti curano e riempiono di fiori. Saliamo sull'autobus e gli fornisco informazioni circa la mia gamba malandata e le cure ospedaliere che, mi costringono a questo itinerario tutti i giorni, attraverso la città. Sono contenta di viaggiare con lui, sul grande autobus a due vagoni. Mi sento protetta dalla sua inarrestabile voglia di raccontare. Scopro in quel momento esatto, quanto un essere umano possa riempire il vuoto di una intera città, ansante, arrabbiata e ostile. I palazzi algidi e di apparente edilizia economica, del quartiere Bicocca, i grandi archi rossi che sovrastano cortili deserti. Un quartiere che somiglia ad un modellino per studi di architettura, con abitanti fantasma. Poco prima, avevo avvertito una sensazione di profonda paura e dolore, per una città che non ammette debolezza. Mi consola condividere, questa specie di odio per Milano con Giovanni Pietro, che si guarda intorno infastidito dalle auto, gas di scarico e desolante caos e mi racconta di quanti fiori ci siano sulle tombe dei suoi genitori in Liguria e nel mausoleo di famiglia a Cinisello. Gerani. Tante specie. Quelli scarlatti, neri,bordeaux, non di colore chiaro e slavato perché non gli piacciono. Nemmeno bianchi. Gerbere, giaggioli e margherite grosse come bombe, vasi di piante che in Liguria costano poco e durano tanto. Dipinge nell'aria il cielo chiaro di Andora, anche quando piove e la moto per spostarsi a Imperia. Forse troppa gente di Milano, arrivata lì, davanti al mare, che nel tempo si è comprata una seconda casa. Accompagna le descrizioni dei fiori con le sue mani inanellate, al mignolo, all'indice, al medio. Grosse pietre come confetti lucidi, ai sapori di menta o fragola. Lo richiama il parente e Giovanni Pietro ricomincia a parlare in milanese: ormai prenderà il treno delle 14 per tornare a casa. Si è fatto tardi a causa del traffico. E' stato invitato a pranzo ma non si fermerà per assaggiare le polpette, "i mundeghili" preparati per l'occasione. Non tornerà più a Milano. Ha tenuto fede alla promessa giurata alla madre, di sistemare la faccenda della tomba di famiglia, una volta per tutte. E d'ora in poi ci sarà chi metterà sempre i fiori. In ogni ricorrenza . Si è accordato con i cugini. Ha regalato loro, due posti nel mausoleo di famiglia, in cambio di una devota cura floreale. Per non tornare più a Cinisello. Non viaggiare in novembre per il giorno dei morti con il cielo grigio ferro e il freddo appiccicoso della pianura padana.
Il racconto si interrompe, come smettere di leggere, quando la tua attenzione è tesa al massimo verso il finale. Sono arrivata. Scendo incerta, davanti ai cancelli della Breda: grandi, che si aprono sul viale che portava alla fabbrica. Intorno appartamenti, appartamenti in costruzione e case classe A. Criteri energetici ecosostenibili. Loft, che mangiano la terra della fabbrica, divorano le vecchie costruzioni e promettono la casa del futuro. Una specie di felicità annunciata di mattoni e piastrelle e lunghe file di balconi di metallo. Mucchi come colline nere di calcinacci, pietre e gru ronzanti. Saluto quel viale ogni mattina, come un omaggio, una preghiera silenziosa davanti alle rovine di un tempio. Fa' che la città risorga. Che non venga sommersa dal fango del Seveso. Che non venga cancellata dalla totale assenza di un' identità. Dalla mancanza di pensiero, di fantasia e di lavoro. Fa che si riscopra il desiderio di condividere qualcosa. A chi io mi rivolga, ogni mattina, non so. Ma ho bisogno di recitare il mio personale mantra, come una manciata di sogni, mentre zoppicando raggiungo l'ospedale nascosto dalle mura alte.
Non rivedrò mai più Giovanni Pietro che, tra poche ore, mentre starò tornando a casa, lascerà Milano. Soffro per questo. Perché ci si incontra casualmente e poi non ci si vedrà mai più e quel mai più è un po' come morire.

Sunday, September 19, 2010

ACQUARIUS STORY TELLER TOUR FERMATA HANGAR BICOCCA

Hangar Bicocca: le installazioni "I sette palazzi celesti" di Anselm Kiefer
e"Personnes " di Christian Boltanski



Un video dedicato all' installazione di Anselm Kiefer "I sette Palazzi Celesti" e all' installazione di Christian Boltaski "Personnes" , viste entrambe nello spazio Hangar Bicocca di Milano. L'installazione di Boltanski, creata per lo spazio hangar Bicocca è diversa e ridotta rispetto alla mostra tenuta al Grand Palais di Parigi.
Il mio è un omaggio a queste due installazioni, ai due artisti, che rappresentano in modo diverso, temi legati alla memoria, alla vita e la morte, alla spiritualità e la sacralità e all'uomo.
La musica è un mix che contiene il brano "Particule", dall'album " L'autre endroit" dell'artista Silence: http://www.jamendo.com/it/search/all/...
Video di Marfeda

Thursday, September 16, 2010

ACQUARIUS STORY TELLER TOUR: SECONDA FERMATA
TERRA DI NESSUNO: DAVANTI AD UNA TAZZA DI TE.

Si preparò una tazza di te scuro al miele e limone. Scaldò la teiera con abbondante acqua bollente. Scaldò anche la tazza. Aspettò con pazienza che le molecole di maiolica inglese prendessero tutto il calore necessario ad accogliere il te, mantenendone la temperatura. Versò l'acqua nella teiera, dove giacevano lucide, le foglie di te appena liberate a pioggia leggera. E attese. Aspettò, seduto in silenzio. Che le foglie sprigionassero l'aroma e il profumo. Attese che le foglie si lasciassero andare, rilassate e permeate d'acqua.
Respirò in assoluto silenzio. Inspirare, espirare. Come una foglia che galleggia nel buio accogliente della teiera. Mise il te nella tazza, come un esile rivolo fumante, attraverso il colino. Si avvicinò con la sedia al tavolo, composto, la schiena dritta, gli occhi alla tazza, piena di liquido scuro dorato. Poi prese il miele e lo fece scivolare piano, mescolando lentamente. Con le pinzette prelevò la fettina di limone dal piattino, appena tagliata, bagnata di succo e brillante di luce gialla.
Respirò e socchiuse gli occhi. Pensò a tutte le piantagioni di te. Immense, lunghe distese di piantagioni di te, verdi e lussureggianti. Luoghi mai visitati, perchè aveva paura di prendere un aereo e partire. Volare. Guardare dall'alto e oltrepassare il suo piccolo salotto. I libri accatastati. Le lezioni con gli allievi distratti. Le passeggiate verso l'agenzia di viaggi, nella quale non era mai entrato: giusto uno sguardo alla vetrina, per controllare, se per caso avesse cambiato i manifesti con i luoghi di vacanza da prenotare subito.
Prese la tazza per il sottile manico lavorato. Un piccolo gioiello fragile ed elegante, bianco a fiori blu chiaro. E bevve. Bevve nella tazza, nella quale,tutta la sua famiglia aveva bevuto. Aveva sorseggiato silenziosamente il liquido d'oro .Pensando a tutto. Parlando di tutto. Fuorchè delle piantagioni di te.
Bevve a piccoli sorsi piano piano. La centenaria tazza di te bollente.
Sentì il liquido caldo aromatico, scendere giu giu, dalla sua gola, verso le viscere, in un viaggio in discesa, come sulle rapide. Il nettare delle piantagioni di te.
Poi si alzò e a piccoli passi, impugnando il bastone come prender sottobraccio un amico si diresse verso la poltrona del salotto viola sbiadito, posta davanti alla finestra, socchiusa, che guarda verso l'autostrada A4. Quella che porta anche al mare. Ma non alle piantagioni di te.
Pensò: " Chissà se stasera mi telefonerà qualcuno."

Tuesday, August 24, 2010

ACQUARIUS STORYTELLER TOUR

PRIMA FERMATA : A SABAUDIA
QUESTO E' IL POST DI ONAGRO "MC" SDL
NOSTALGIA DEL FALEGNAME

Dal terrazzino di casa, a Sabaudia, il panorama mostra che tutta la zona una volta occupata dal laboratorio-casa del falegname è ormai rasa al suolo.
Niente più casa misteriosa, la pianta resa indecifrabile dalle innumerevoli superfetazioni orizzontali, oggetti commerciali, dependances ed estensioni. Niente più finestre semichiuse, inquadrature tagliate di letti sfatti, ombre di uomini che si intravedevano al mattino presto (il falegname affittava le stanze della casa semi-abbandonata?). Niente più ululati di sega elettrica, soffi di compressore per verniciare, andirivieni di clienti e conoscenti, misteriose cataste di legname vario o di ciarpame vario, un immarcescibile e inattuale fuoribordo in secco, o meglio, in umido. Niente più verde, disordinato ma verde, orto prima coltivato e poi abbandonato, alberi da frutto e boscaglia, jungla percorsa da felini multicolori, intenti a inseguimenti, riposi e cacce, concerti e lotte.
Al posto della piccola Beirut, in cui rimane in piedi solo un mozzicone di muratura d'angolo, un cartello ci assicura della prossima nascita di una signorile palazzina mattonata, simile a quelle sorte negli ultimi anni nei dintorni. A fianco resiste il giardino sempreverde e ordinato dell'ineffabile Signor Om. che con inflessione piemontese ancora riconoscibile commenta: “Sarà proprio un bel condominio neh?”
(Onagro)

Monday, August 09, 2010

Colored crystal water and fireworks,
Venice, 17th july 2010 Redentore
fotografie e video dalla festa del Redentore a Venezia.
La laguna, il cielo, come una immensa galassia fluttuante di luci, fuochi, riflessi e colori, come cristalli liquidi.
videowaves by Marfeda
music Roger Rubirana Mata
"Point of no return"
(http://www.jamendo.com/it/track/168834)

Friday, August 06, 2010

Saturday, July 31, 2010

In viaggio, alla fine della navigazione...

Dopo aver raggiunto lo zenith il sole è in fase quasi calante, le bussole segnano nord.
Sono alcuni mesi che navighiamo. Siamo partiti a gennaio col freddo, adesso è caldo e il vento è fresco. Siamo salpati via in gran fretta. Un viaggio obbligato cui siamo stati in molti a partecipare. Nessuno con il cuore lieto e le ali ai piedi. La forza mostruosa d'una imminente tempesta davanti, da affrontare con tutte le forze a disposizione. Pochi piani, fatti via via, problemi da affrontare ogni giorno, e da risolvere. Speranze. Tentativi. Sentimenti come montagne russe, su e giù. Come barometri abbiamo registrato i cambi atmosferici e l'addensarsi della pressione. Abbiamo visto le nuovole crescere e diventare montagne, il mare diventare una massa scura, immane contenitore della tempesta annunciata. Non avevamo a disposizione molti mezzi per fronteggiare il cataclisma se non la forza dei sentimenti. La sensazione di non poter far altro, la frase del nostro capitano " una volta conosciuto il nemico che altro posso fare,se non andare avanti,non ho scelta..."
Il rispetto nel silenzio e nella dignità del Capitano ci ha accompagnato. I silenzi e gli sgaurdi contengono tutto. Anche la libertà e l'amore. La Companera del nostro Capitano, ci ha aiutato a condividere questo viaggio impossibile con una forza che forse nemeno lei conosceva. Viaggiare verso il buio, con la sola luce dell'amore.
Alla fine la tempesta si è abbattuta su tutti noi. Inesorabile, un'onda che ha divorato tutto, fin nei piccoli angoli nascosti, scavando avida ovunque. Ha corroso, frantumato tutte le forze e le roccaforti. Ha prosciugato le forze del Capitano lasciandolo silenzioso per sempre come un santo sulla riva, E noi nel dolore scomposto e disperato. Abbiamo perso il Capitano. La nave resta in silenzio. Il mare immoto ignora nella sua maestosa possenza e grandezza il nostro naufragio.
Non ci sono piani ora. Solo l'alternanza del dolore e dell'oblio,della paura, insieme però al tepore del sole, al vento, al fruscio lontano delle piante, all'odore dei fiori, al rumore dell'acqua e agli occhi fedeli degli amici intorno.

Wednesday, June 16, 2010

Fotografie alla fermata tram 2 Milano.
videowaves Marfeda
giugno 2010

Prima di una serie di sequenze sulla città, veloci, ossessive come il ritmo che scorre sulle strade.


Tuesday, June 08, 2010



Un brano forte e meraviglisoo , per Valeria D'Arbela, pittrice e artista,
mia madre. E' lei che me l'ha fatto ascoltare per la prinma volta tanto tanto tempo fa. E' una preghiera verso l'infinito.

Sunday, May 23, 2010



BUENA SUERTE (Valery Records), track 6 -

SOLDATINI DI PONGO (Baby Soldiers)
music & lyrics: Steve Volta // Pino Scotto // Norman Zoia
Feat: Nina - Chitarre e cori: Steve Volta
batteria: Marco Di Salvia - Basso: Frank Kopo

Da un album che sale su molto in alto, per scendere a precipizio negli inferi [...] La mano di Norman Zoia nei testi, bellissimi, dell'ultimo rocker italiano. Un racconto lucido e implacabile in punta di penna, una sorta di Spoon River, ironica, amara, a ritmo di rock & riff. Nessuno dorme sulla collina, la vita scorre difficile e contraddittoria” (M.F.)

VIDEOWAVES BY MARFEDA VERSION 2

Thursday, May 20, 2010

Saturday, May 01, 2010













Terra di nessuno "install-azione" stazione Corsico








Terra di nessuno
"install-azione-stazione"










Mean Mr Mustard - The Beatles


Mean Mister Mustard sleeps in the park
Shaves in the dark trying to save paper
Sleeps in a hole in the road
Saving up to buy some clothes
Keeps a ten bob note up his nose
Such a mean old man
Such a mean old man

His sister Pam works in a shop
She never stops, she's a go-getter
Takes him out to look at the queen
Only place that he's ever been
Always shouts out something obscene
Such a dirty old man
Such a dirty old man