ACQUARIUS RACCONTI LIQUIDI CON PANNA

Racconti, poesie, pensieri, prosodie, ricordi e anche immagini, video, musica. Liquidi come possono essere i sogni, la memoria, lo svolgersi dei pensieri, la realtà che sfugge a definizioni e limiti. Con panna perchè è bello essere golosi. Di tutto.

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Monday, January 03, 2011

ACQUARIUS STORYTELLER TOUR QUINDICESIMA FERMATA: TERRA DI NESSUNO,E' IL SECONDO GIORNO DELL'ANNO 2011, I TALKING HEADS DI SAX AND VIOLINS NEL FILM 'TILL THE END OF THE WORLD DI WIM WENDERS
E UNA LETTERA DI RODOLFINA WONG...




Cari Amici, cliccate sul video e fate partire la musica mentre leggete. Scrivo una lettera collettiva. Sarà come se parlassimo su skype in videoconferenza. E' il secondo giorno dell'anno 2011. Ho la sensazione di vivere dentro la palla con la neve di Natale, che mi hanno regalato. Da questa terra di nessuno, ovattata e protetta, alquanto liquida, attraverso la neve artificiale che cade ogni volta che qualcuno si ricorda di agitarla e che io immagino agitino per me, vedo me stessa fuori che cammino da sola, spedita e assorta. Combatto il dolore e il torpore. L'agitazione del cuore.
Nonostante le luci, là fuori è tutto piuttosto triste, anche perchè, presto, queste feste verranno archiviate e la maggior parte delle persone, faranno di nuovo i conti con i propri destini in tempo di crisi mondiale. Sono tornata in questa città per annusare i vecchi odori di quando ci abitavo. Odori stantii, di bruciato, di gas e di umidità. Ho preso l'autobus e mi sono seduta sul vecchio 325 che porta fuori, lungo il vecchio Naviglio. Le sagome di vecchie fabbriche dismesse, il parco stecchito contrassegnato dalle lettere Ginori, il ristorante cinese al primo piano con i palloncini rossi. Sono tornata indietro verso l'area del vecchio Istituto sieroterapico, dove hanno costruito case nuove schierate una davanti all'altra come soldatini in riga. Via Tabacchi, la gloriosa area Baravalle con le case patrizie, la stazione Genova. Ho rivisto la vecchia casa dove abitavo. Il faro magnifico di piazza Cantore, dove abbiamo cantato e mangiato e ballato talmente in tanti, che pensavamo crollasse il pavimento. In quella casa siamo stati tanto felici anche quando non avevano voglia di pensarci. Non ho molto tempo. Sono solo di passaggio, vi avrei voluto salutare tutti ma non è possibile. Vi penso sempre nelle vostre case accoglienti e calde. Maturi signori e signore, sempre alla ricerca della verità. Mai rassegnati all'inciviltà. Pronti a marciare per la verità e gli ideali. Un po' stanchi ma gagliardi. Vi lascio questo messaggio in bottiglia telematica per dirvi che non vi ho dimenticato mai. Da lontano, ho spiato le luci della nostra città, guardando verso uno skyline immaginario. Ho lanciato, quasi tutti i giorni, fantasiosi sguardi affettuosi dentro le vostre finestre, vi ho osservato con tanta nostalgia e amore. Ho camminato pensando alle nostre strade, alle case e ai quartieri dove abbiamo vissuto le nostre vite insieme.Si è vero non ho telefonato a nessuno. Ho camminato da sola in questa città, come camuffata da perfetta estranea. Non ce l'ho fatta a telefonarvi. Vi ho sfiorato soltanto come una folata del vento umido di questi giorni. Vi ho sentito tutti qui con le vostre vite dalle quali sono ormai esclusa. Ma la mia orbita è passata vicinissima a tutti voi. Sono già alla stazione. L'autobus che mi porterà in aeroporto ha già messo in moto. Torno indietro alla mia nuova e ormai vecchia vita lontano da qui. Non arrabbiatevi troppo per questo con me. Pensatemi ogni tanto quando si riparla del passato. Cari cari amici, cara vecchia città. Sempre uguale. Infernale e commovente. Brutta ma scintillante come una cattedrale illuminata. Sporca ma viva. Vi saluto. La neve nella palla di Natale si è esaurita. Esco da questa strana sensazione e guardo gli svincoli verso l'autostrada, piazza Kennedy, il palaMazda. Tornerei. Si tornerei indietro qui e direi ecco sono qui sono tornata. Ma non è così che funziona. Per sfuggire dai miei personali fantasmi me ne sono andata sbattendo la porta e lasciandovi soli a rimuginare. Mi sono comportata male. Chissà se mi avete perdonato. Se avete, alla fine, compreso che non siamo tutti forti e ragionevoli. Io sono scappata perchè la fuga mi sembrava l'unica soluzione. Non si può tornare indietro. Ho la mia nuova e vecchia vita altrove. Salutate per me ancora una volta il vecchio parco Ginori, con le lettere brunite. Buon anno, buon 2011 amici ... till the end of the world.... fino alla fine del mondo. vostra Rodolfina Wong

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