ACQUARIUS RACCONTI LIQUIDI CON PANNA

Racconti, poesie, pensieri, prosodie, ricordi e anche immagini, video, musica. Liquidi come possono essere i sogni, la memoria, lo svolgersi dei pensieri, la realtà che sfugge a definizioni e limiti. Con panna perchè è bello essere golosi. Di tutto.

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Thursday, September 16, 2010

ACQUARIUS STORY TELLER TOUR: SECONDA FERMATA
TERRA DI NESSUNO: DAVANTI AD UNA TAZZA DI TE.

Si preparò una tazza di te scuro al miele e limone. Scaldò la teiera con abbondante acqua bollente. Scaldò anche la tazza. Aspettò con pazienza che le molecole di maiolica inglese prendessero tutto il calore necessario ad accogliere il te, mantenendone la temperatura. Versò l'acqua nella teiera, dove giacevano lucide, le foglie di te appena liberate a pioggia leggera. E attese. Aspettò, seduto in silenzio. Che le foglie sprigionassero l'aroma e il profumo. Attese che le foglie si lasciassero andare, rilassate e permeate d'acqua.
Respirò in assoluto silenzio. Inspirare, espirare. Come una foglia che galleggia nel buio accogliente della teiera. Mise il te nella tazza, come un esile rivolo fumante, attraverso il colino. Si avvicinò con la sedia al tavolo, composto, la schiena dritta, gli occhi alla tazza, piena di liquido scuro dorato. Poi prese il miele e lo fece scivolare piano, mescolando lentamente. Con le pinzette prelevò la fettina di limone dal piattino, appena tagliata, bagnata di succo e brillante di luce gialla.
Respirò e socchiuse gli occhi. Pensò a tutte le piantagioni di te. Immense, lunghe distese di piantagioni di te, verdi e lussureggianti. Luoghi mai visitati, perchè aveva paura di prendere un aereo e partire. Volare. Guardare dall'alto e oltrepassare il suo piccolo salotto. I libri accatastati. Le lezioni con gli allievi distratti. Le passeggiate verso l'agenzia di viaggi, nella quale non era mai entrato: giusto uno sguardo alla vetrina, per controllare, se per caso avesse cambiato i manifesti con i luoghi di vacanza da prenotare subito.
Prese la tazza per il sottile manico lavorato. Un piccolo gioiello fragile ed elegante, bianco a fiori blu chiaro. E bevve. Bevve nella tazza, nella quale,tutta la sua famiglia aveva bevuto. Aveva sorseggiato silenziosamente il liquido d'oro .Pensando a tutto. Parlando di tutto. Fuorchè delle piantagioni di te.
Bevve a piccoli sorsi piano piano. La centenaria tazza di te bollente.
Sentì il liquido caldo aromatico, scendere giu giu, dalla sua gola, verso le viscere, in un viaggio in discesa, come sulle rapide. Il nettare delle piantagioni di te.
Poi si alzò e a piccoli passi, impugnando il bastone come prender sottobraccio un amico si diresse verso la poltrona del salotto viola sbiadito, posta davanti alla finestra, socchiusa, che guarda verso l'autostrada A4. Quella che porta anche al mare. Ma non alle piantagioni di te.
Pensò: " Chissà se stasera mi telefonerà qualcuno."

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