Saturday, May 05, 2018
(dedicata a Valeria D'Arbela)
ORA UN FINALE SULLA RIVA
Ora un finale sulla riva,
ora alla terra e alla vita un finale e un addio,
ora Viaggiatore parti, (molto, molto è ancora tenuto in serbo per te)
spesso abbastanza ti sei avventurato sui mari,
cauto incrociando, studiando le carte
ritornando debitamente al porto e agli ormeggi;
ma ora obbedisci al segreto desiderio che hai nutrito nel cuore,
abbraccia i tuoi amici, lascia tutto in ordine,
per non tornare più al porto e agli ormeggi,
parti per la tua crociera senza fine, vecchio Marinaio.
Walt Whitman
Nata a Firenze nel 1930, già nel 1943 Valeria D’Arbela inizia a disegnare e a comporre acquerelli su carta. A quindici anni la sua prima mostra personale viene allestita proprio a Venezia, a Palazzo delle Prigioni, alla galleria del celebre gruppo culturale dell’ARCO, nel dicembre 1945 dopo la Liberazione dal regime fascista. Dimostra subito una istintiva vena espressionista e le sue opere a china fanno scalpore, anche per i soggetti inconsueti di “umiliati e offesi”, tanto che si crea il ” caso Valeria”. Nel 1947 ottiene il premio Burano per l’artista più giovane, con il dipinto “Pali in laguna”. Nel 1950, frequenta la scuola libera del nudo di Armando Pizzinato e l’anno dopo parte per il Polesine, recandosi sui luoghi dell’alluvione, insieme allo stesso Pizzinato e ai pittori Giuseppe Zigaina e Leone Minassian. Aderisce al movimento realista, disegna il mondo del lavoro, con composizioni ispirate alle lotte operaie, a personaggi proletari, ai pescatori di Chioggia e Pellestrina, ai braccianti del Delta padano, pur conservando la sua vena espressionista. Dà avvio a una fitta serie di mostre e rassegne (alla Piccola Galleria, alla Bevilacqua La Masa e al Pozzetto di Padova) e partecipa a premi nazionali e internazionali. È inoltre invitata alla XXVIII Biennale di Venezia e a due Quadriennali romane. In questo periodo ritrae Venezia, i suoi rii, gli squeri, a cui sempre ritornerà. Trasferita a Milano nel 1963 approfondisce la sua visione artistica della pittura orientata verso un continuo scambio tra fantasia e realtà. Si concentra sulla riflessione sul concetto di dimensione urbana, col consenso particolare e l’incoraggiamento di Giuseppe Marchiori, Egidio Bonfante, Ruggero Jacobbi, Mario De Micheli, Raffaele De Grada ed Ernesto Treccani. Frequenta il Piccolo Teatro di Milano e la società artistica più viva del tempo. Espone in varie gallerie milanesi e in varie città d’Italia in mostre collettive nazionali e internazionali (a Milano alle gallerie Delle Ore e Del Mulino, all’Arte Centro San Maurilio, presentata da Carlo Munari, alla galleria Chiara). Dal 1970 i temi della città e della donna suggestionano fortemente la sua attività: cominciano i cicli pittorici dedicati alla “città disumana”, alla donna rappresentata come oggetto di violenza e soggetto di bellezza (ciclo dei “Murders). Poi è la volta degli echi della contestazione giovanile degli anni 70 che vengono trasformati in rappresentazioni simboliche. Nel 1977 si trasferisce a Roma, apre uno studio-galleria, espone al museo di S. Egidio e in vari spazi italiani ed esteri, trasfigurando la natura e creando paesaggi fantastici e onirici, “luna-park” allegorici, eseguiti a china e a olio. Poi giungono le grandi tele dei mari e della rivisitazione di Venezia, città che può considerarsi a ragione la sua culla d’arte. Tra la fine degli anni ’90 e il 2001 inaugura personali a Berlino, Parigi, Madrid. Gravemente ammalata non potrà partecipare all’ultima personale di Berlino “Nuovo Lunapark” e si spegnerà a Roma nel maggio 2002.
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Monday, January 01, 2018
BUON 2018 A TUTTI VOI. Desidero augurare a tutti voi di riuscire a realizzare qualcosa che desiderate. Un sogno, una passione, quel qualcosa che ci muove cuore, corpo e anima. Voglio augurarvi di realizzare un desiderio. Io vorrei un cambiamento per me per noi. Vorrei che la politica parlasse di nuovo di quello che conta. Lavoro. Non elemosine. Lavori che possano realizzare uomini e donne. Cultura. Studio per giovani uomini e donne che possano così creare una società migliore. Vorrei che giovani uomini e donne non sognassero di fare i tronisti o le comparse in qualche trasmissione o serata in discoteca. Vorrei che giovani e non più giovani precari impegnati in lavori importanti come ricerca e scienza e salute venissero riconosciuti e ricompensati. Elevati a esempio per altri. Che la cultura, l'intelligenza, venissero messi in cima alla scala sociale. E comunque vi auguro, mi auguro in ogni caso di non perdere la voglia di lottare per una società di uguaglianza sociale, di diritti civili, laica democratica, aperta all'accoglienza e all'ascolto degli altri. Di non perdere la voglia di lottare per i vostri, nostri ideali, per le passioni e i desideri che sono il motore della vita, nel rispetto e nella considerazione delle idee degli altri. Buon 2018 Buon anno a tutti 💙💚💛🧡❤️💜
Tuesday, December 12, 2017
LUIGI FERRANTE E LA SCUOLA D'ARTE DRAMMATICA DEL PICCOLO TEATRO DI MILANO, LA PASSIONE PER LA SCRITTURA E IL TEATRO
Si festeggiano i venti anni dalla morte del regista Giorgio Strehler e si festeggia indirettamente il Piccolo Teatro con la sua lunga autorevole ricca e unica storia. Accanto al Piccolo c'è stata e c'è la Scuola d'Arte Drammatica del Piccolo teatro, anch'essa dalla lunga storia e tradizione, che ha formato tantissimi talenti del teatro italiano. Uno dei direttori della Scuola, collaboratore di Strehler e Paolo Grassi è stato Luigi Ferrante, che l' ha diretta la fino alla sua premoatura morte avvenuta nel giugno del 1974 a soli 54 anni. Veneziano, nato nel 1923, una laurea in filosofia e critico d'arte dal 1945 al 1961, ha insegnato e collaborato con il Gazzettino a Venezia. Si è sposato con la pittrice Valeria D'arbela dalla quale ha avuto tre figli. Nel 1962 lascia Venezia con la famiglia e approda a Milano dove lavora come giornalista per poi accettare la direzione della Scuola d'Arte Drammatica. Ha scritto saggi su Pirandello, Goldoni, Brecht, Verga, Beckett e ha diretto la storia della letteratura italiana edita da Fabbri Editore. Ha scritto due romanzi Il compasso di Galileo e ALibi Veneziano.
Friday, May 05, 2017
VALERIA D'ARBELA
Cucina di formica azzurro linoleum, le fioriture proibite sui cornicioni come davanzali, cibo comunque, e una finestra che si affaccia su di un bagno che in un corridoio temporale porta direttamente a Venezia, Canal Grande, stanze grandi anticamere scure, cavedi, calli, il suono dei vaporetti, lo sciabordio delle gondole. Un corridoio temporale avanti e indietro, sui tetti di roma, specchi, lumi e tavoli da the sontuosi, marmo a scacchiera, profumi e vestiti della nonna, odori di frittate della sera precedente, il pianoforte, la lunga entrata dining room e dance hall per le feste, manichini vestiti strani trovati per strada, quadri, tele, disegni, l'odore della china, i ritagli di giornale, le cassette dei pooh, la gioventù, mamma, la maternità, l'incoscienza, la troppa coscienza, la cattiva coscienza, l'amore, il desiderio impossibile, l'arte e l'intelligenza del sorriso distaccato, emozioni tenute dentro, custodite per paura, la paura, la gioia, il dolore, i sogni, l'alcool, la solitudine, gli occhi chiusi, il silenzio, la consolazione di un piatto di pasta, i figli, appendici pesanti, la noia questa sconosciuta, il mare e il sole, la fuga, verso le spiagge, i viaggi in tenda, i libri e la letteratura, per costruire un mondo diverso e non accontentarsi del reale, scappare dalla realtà, ammantareil presente e il passato di storie la vita, come un libro, i personaggi della vita nei libri, gli amanti, un marito, un padre e una madre, una gemella, gemelle, un unico corpo astrale, un legame viscerale, il legame della vita. La malattia, la negazione, vivere perchè altri lo chiedono, assente per il troppo patire, per cancellare il male, poca luce sempre più piccola, buio notte morte.
(post pubblicato il 5 maggio 2012)
Wednesday, January 11, 2017
TROVATI NEL CASSETTO DEL WEB (LA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA... jimdo.com)
Venezia di notte
Le gambe come remi puntati sulla barca, navighiamo di notte tra i canali. Apocalypse in Venice. La note de i foghi. La notte del Redentore. Fuochi nel cielo e bagliori sull'acqua. Rombano i motoscfi ovunque. Non c'è più posto per le barche ai remi. Bisogna mostrare, ostentare. Atterra un jet contro la luna. Lampi di metallo contro il nero delle tenebre. Buio della ragione. Cecità. In tutta questa luce non si vede. Arriva lento l'umido e il salmastro del mare. Si sente il profumo dell'onda che si infrange più in là sugli scogli. Oh Suzy Q dei Credence Clearwater Revival suona sull'antiquato mangianastri portatile scuro. Musica sporca dagli altoparlanti. Vaghi sentori di fritto. Echi di liti furiose. Ingiurie di ubriachi e rumori di spinte e percussioni in spiaggia. Gli allevamenti di cozze in laguna sembrano palafitte orientali e povere catapecchie sul fiume. Sagome di mostri acquatici sono invece yacht. C'è un gondoliere che rema contro tutto questo, a bordo turisti ipnotizzati. Sedie, tavoli, panchine, ornano le fondamenta che brulicano di gente.
Palle colorate accese sulle terrazze e ancora musica jazz usa e getta. Chi ha scelto di dormire scavalca l'incubo e il sogno di chi ci èvenuto apposta. Tre spari ed è finito tutto. Dopo le granate di fuochi a cuore, i mortai di fuochi a cascata, come una notte di guerra ripresa per abbonati tivvù, tutti a casa.
Mangia l'anguria che ti fa bene e ti sciacqua la bocca seccata dal fumo.
Buonanotte.
POETA WEB
(i cavi immersi nella laguna miagolano come gatti)
(che ne sarà di tutto questo intricato intreccio di alghe e cavi?)
Alla fine tutto sarà sommerso come un pensiero sull'altro
alla fine di un lungo giorno di tanti pensieri
Assorto, http//poeta.web
corre il poeta notturno
a passi grandi
su tastiera grigia,
da qualche parte:
un transito
nel chissa' dove
d'un anello radiante,
tra le dita degli altri.
in quale luogo
e lo sguardo di chi
sobbalzera' con ritmo extrasistolico
per dire oh si
e leggere il poeta
insonne
- pensieri da lanciare -
fa parte del gioco
non sapere.
GUARDIAMOCI NEGLI OCCHI
GUARDIAMOCI PER FAVORE
NEGLI OCCHI
CONTINUIAMO PER FAVORE
A GUARDARCI NEGLI OCCHI
LA MORSA DI UNO SGUARDO
SICURO CALMO FORTE
D’AMORE
CHE NON INDIETREGGIA
UNA STRETTA VIRATA
A RITORNO CIRCOLARE
CHE NON CEDE
ALL’ OSS1DO AMARO DI
MALCONTENTI AVARI
UN ANELLO DI LUCI
COME FRONDE FREMENTI
GLI OCCHI PLANETARI
EMETTONO ONDE INTERMITTENTI
D’ AMORE
SOLIDI CUBI DI PASSIONE SINCERA
D’ INTELLIGENZA VERA
SI AFFACCIANO MORBIDI
BAGNATI DI EMOZIONI
GOCCIOLANTI PAROLE PURE
CHE ROTOLANO VIVE
CORAGGIOSE LIMPIDE
NON ABBANDONIAMOCI PER FAVORE
NON ABBANDONIAMOLI SOLI
GLI OCCHI
SEMPLICEMENTE A MEDITARE LA TRISTEZZA
SONO SPAZI
CHE PUOI MISURARE
SOLO CON ALTRI OCCHI
INTENSI
INTENTI A LEGARSI SLEGARSI
AD AMMICCARE CON UN COLPO DI CIGLIO
GLI OCCHI
PER FAVORE.
UNO
ED E' MEGLIO NON ASCOLTARE,
TI HO VISTO SCOMPARIRE DIETRO L'ANGOLO,
(TUTTO QUEL BRUSIO
DI GENTE FAMELICA
POTERE-AVERE
A CONTENDERSI GLI SCRANNI)
LIBERTA'
CON QUEGLI OCCHI VERDI
DI UN RAGAZZO CON LA CHITARRA IN SPALLA
E DICEVANO CHE I LIBRI A FORMA DI CASCHI SON VIOLENTI
I ROZZI PARCHEGGIATI IN EMICICLO
SBAVANTI SUI LORO DENARI .
NOTTI, NIGHTS
( I )
Sottili tagli d'argento
tra aria e acqua
scuri
si confondevano
di notte sul mare.
Profumo denso
preciso
di piante.
A occhi chiusi ora
il lato positivo è che
c'è quel buio
coi graffi di metallo
segni leggeri
tra i miei occhi al nero.
La musica densa
precisa
compensa l'assenza
di essenze in liberi effluvi.
( II )
Viva la notte
fedele ogni notte
insonorizzata quiete
intima accogliente
solitaria gemella
di pensieri molto avventurosi
ma distratti
e nel silenzio
musicali.
Le gambe come remi puntati sulla barca, navighiamo di notte tra i canali. Apocalypse in Venice. La note de i foghi. La notte del Redentore. Fuochi nel cielo e bagliori sull'acqua. Rombano i motoscfi ovunque. Non c'è più posto per le barche ai remi. Bisogna mostrare, ostentare. Atterra un jet contro la luna. Lampi di metallo contro il nero delle tenebre. Buio della ragione. Cecità. In tutta questa luce non si vede. Arriva lento l'umido e il salmastro del mare. Si sente il profumo dell'onda che si infrange più in là sugli scogli. Oh Suzy Q dei Credence Clearwater Revival suona sull'antiquato mangianastri portatile scuro. Musica sporca dagli altoparlanti. Vaghi sentori di fritto. Echi di liti furiose. Ingiurie di ubriachi e rumori di spinte e percussioni in spiaggia. Gli allevamenti di cozze in laguna sembrano palafitte orientali e povere catapecchie sul fiume. Sagome di mostri acquatici sono invece yacht. C'è un gondoliere che rema contro tutto questo, a bordo turisti ipnotizzati. Sedie, tavoli, panchine, ornano le fondamenta che brulicano di gente.
Palle colorate accese sulle terrazze e ancora musica jazz usa e getta. Chi ha scelto di dormire scavalca l'incubo e il sogno di chi ci èvenuto apposta. Tre spari ed è finito tutto. Dopo le granate di fuochi a cuore, i mortai di fuochi a cascata, come una notte di guerra ripresa per abbonati tivvù, tutti a casa.
Mangia l'anguria che ti fa bene e ti sciacqua la bocca seccata dal fumo.
Buonanotte.
POETA WEB
(i cavi immersi nella laguna miagolano come gatti)
(che ne sarà di tutto questo intricato intreccio di alghe e cavi?)
Alla fine tutto sarà sommerso come un pensiero sull'altro
alla fine di un lungo giorno di tanti pensieri
Assorto, http//poeta.web
corre il poeta notturno
a passi grandi
su tastiera grigia,
da qualche parte:
un transito
nel chissa' dove
d'un anello radiante,
tra le dita degli altri.
in quale luogo
e lo sguardo di chi
sobbalzera' con ritmo extrasistolico
per dire oh si
e leggere il poeta
insonne
- pensieri da lanciare -
fa parte del gioco
non sapere.
GUARDIAMOCI NEGLI OCCHI
GUARDIAMOCI PER FAVORE
NEGLI OCCHI
CONTINUIAMO PER FAVORE
A GUARDARCI NEGLI OCCHI
LA MORSA DI UNO SGUARDO
SICURO CALMO FORTE
D’AMORE
CHE NON INDIETREGGIA
UNA STRETTA VIRATA
A RITORNO CIRCOLARE
CHE NON CEDE
ALL’ OSS1DO AMARO DI
MALCONTENTI AVARI
UN ANELLO DI LUCI
COME FRONDE FREMENTI
GLI OCCHI PLANETARI
EMETTONO ONDE INTERMITTENTI
D’ AMORE
SOLIDI CUBI DI PASSIONE SINCERA
D’ INTELLIGENZA VERA
SI AFFACCIANO MORBIDI
BAGNATI DI EMOZIONI
GOCCIOLANTI PAROLE PURE
CHE ROTOLANO VIVE
CORAGGIOSE LIMPIDE
NON ABBANDONIAMOCI PER FAVORE
NON ABBANDONIAMOLI SOLI
GLI OCCHI
SEMPLICEMENTE A MEDITARE LA TRISTEZZA
SONO SPAZI
CHE PUOI MISURARE
SOLO CON ALTRI OCCHI
INTENSI
INTENTI A LEGARSI SLEGARSI
AD AMMICCARE CON UN COLPO DI CIGLIO
GLI OCCHI
PER FAVORE.
UNO
ED E' MEGLIO NON ASCOLTARE,
TI HO VISTO SCOMPARIRE DIETRO L'ANGOLO,
(TUTTO QUEL BRUSIO
DI GENTE FAMELICA
POTERE-AVERE
A CONTENDERSI GLI SCRANNI)
LIBERTA'
CON QUEGLI OCCHI VERDI
DI UN RAGAZZO CON LA CHITARRA IN SPALLA
E DICEVANO CHE I LIBRI A FORMA DI CASCHI SON VIOLENTI
I ROZZI PARCHEGGIATI IN EMICICLO
SBAVANTI SUI LORO DENARI .
NOTTI, NIGHTS
( I )
Sottili tagli d'argento
tra aria e acqua
scuri
si confondevano
di notte sul mare.
Profumo denso
preciso
di piante.
A occhi chiusi ora
il lato positivo è che
c'è quel buio
coi graffi di metallo
segni leggeri
tra i miei occhi al nero.
La musica densa
precisa
compensa l'assenza
di essenze in liberi effluvi.
( II )
Viva la notte
fedele ogni notte
insonorizzata quiete
intima accogliente
solitaria gemella
di pensieri molto avventurosi
ma distratti
e nel silenzio
musicali.
Monday, January 09, 2017
NEBBIA
NEBBIA DI BIANCHI E GRIGI
LATTEA VELINA TRASPARENTE
ADAGIATA COME VETRO SATINATO
SILENZIO E FRUSCIO SIMILE A NEVE
PAUSA NELLE ORE DEL PRANZO
SIPARIO DENSO E UMIDO
UN MIRACOLO CHE CELA
BRUTTURE E MOSTRI DI CAMPAGNA
QUELLA LOMBARDA
OPEROSA E SQUALLIDA.
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